Solisti della Fenice
Alessandro Cappelletto, Gianaldo Tatone violini
Petr Pavlov viola
Nicola Boscaro violoncello
Stefano Pratissoli contrabbasso
Konstantin Becker corno
Vincenzo Paci clarinetto
Marco Giani fagotto
Franz Schubert - Ottetto in fa maggiore op. 166
Note
Nel settore della musica per piccoli complessi strumentali, la produzione di Schubert annovera due gemme: il Quintetto detto "La Trota" (1819) e il Quintetto con due violoncelli, scritto nell'estate del 1828, pochi mesi prima della morte dell'Autore. Fra i due Quintetti si inserisce, terzo ma non ultimo, l'"Ottetto in fa maggiore", vero capolavoro del repertorio strumentale da camera. Composto nel 1824 su commissione del conte Ferdinand von Troyer, esso fu eseguito per la prima volta nello stesso anno in una sala del palazzo di Vienna del Conte, che sostenne la parte del clarinetto avendo come compagno, fra gli altri, un violinista di gran fama quale Ignaz Schuppanzigh. Dopo qualche altra esecuzione privata, l'Ottetto fu presentato al pubblico viennese il 16 aprile 1827 mentre la pubblicazione avvenne venticinque anni dopo la morte dell'autore, nel 1853 (con l'omissione di due tempi) e nel 1872 (completo).
L'Ottetto, per due violini viola violoncello contrabbasso clarinetto corno e fagotto, è in forma di Suite e, molto probabilmente per desiderio dello stesso committente, ha come modello formale il Settimino op. 20 di Beethoven, composizione molto nota e popolare nel mondo musicale viennese di allora. L'organico strumentale dei due lavori differisce soltanto per la semplice aggiunta, in quello di Schubert, di un secondo violino, mentre identici sono il numero dei tempi e la loro disposizione (salvo che Schubert scambia la collocazione dello Scherzo e del Minuetto).
Ma, nonostante tali ed altre rispondenze, compreso il comune riferimento alla Serenata e al Divertimento settecentesco, l'Ottetto, nel dolce intimismo romantico, nella serena inventività delle melodie, nell'incantata tenerezza, nella purezza malinconica, nella dimensione poetica dell'insieme, rimane una incontrovertibile espressione del più autentico Schubert. «Tutto ciò, naturalmente, si realizza attraverso una scrittura di esemplare purezza cameristica: la fusione tra i cinque archi e i tre fiati e le molteplici combinazioni cui possono dar vita sono sfruttate da Schubert in modo magistrale, con esiti di straordinaria suggestione timbrica». (Paolo Petazzi)
Il primo tempo inizia con un breve Adagio, immerso in una suggestiva e misteriosa atmosfera, che introduce al successivo Allegro, ampiamente sviluppato, nel quale il gioco animato e brioso degli strumenti è percorso a tratti da venature di sommessa inquietudine.
Il secondo tempo Andante un poco mosso crea subito un clima di trepidante e trasognata contemplazione, quasi di sogno ad occhi chiusi sulle ali dell'incantato fluire della melodia del clarinetto; i successivi temi, esposti, lasciati, ripresi, singolarmente e in gruppo, dagli altri strumenti (vero esempio di densa polifonia melodica), mantengono il clima iniziale di questa meravigliosa pagina, il cui fascino ha generato varie discutibili trascrizioni, come pezzo a sé, sotto l'arbitrario titolo di Preghiera.
L'Allegro vivace, in forma di Scherzo, dall'ampio respiro sinfonico, fortemente ritmato nella prima parte e con richiami alle pittoresche vivaci danze viennesi di puro sapore popolare, si scioglie poi, nel Trio, in dolci ondulazioni su movenze di valzer, per terminare con una ripresa del ritmo iniziale.
L'Andante, svolto in forma di Tema seguito da sette Variazioni, riprende un duetto del Singspiel "Die Freunde von Salamanka", composto da Schubert nel 1815. La linea melodica del Tema, esposta dagli archi e dal clarinetto, viene poi ripresa volta a volta da ciascuno degli strumenti i quali, col proprio accento particolare, si esibiscono quasi tutti in eleganti arabeschi di galante reminiscenza.
Il Minuetto è un omaggio allo spirito della mondanità viennese, espressa in un ritmo di Landler ed evocata come un sorridente ricordo, tra movimenti di danza e malinconiche pause, su un tessuto sonoro di squisita poetica eleganza.
Dopo un brevissimo introduttivo Andante molto, di drammatica forza espressiva, percorso da cupi tremoli e da ritmi incisivi, l'Allegro finale si lancia, con andamento impetuoso qua e là frenato da improvvise soste, verso la sfavillante corale conclusione» (Salvatore Caprì - dal sito www.flaminioonline.it)
Biglietti numerati
Intero: € 25
Ridotto: € 20 (abbonati Fenice e over 65)
Ridotto: €15 (under 30)
Otto musicisti, prime parti dell’Orchestra del Teatro La Fenice, uniti dalla comune sensibilità musicale arricchita e affinata dalle esperienze maturate nel teatro veneziano, danno vita a un ensemble dalla timbrica raffinata, al confine tra i chiaroscuri della musica da camera e le sonorità ricche e avvolgenti della piccola orchestra.
martedì, 15 ottobre 2024 | h. 20:00
mercoledì, 16 ottobre 2024 | h. 20:00
Sale Apollinee | Teatro La Fenice
martedì, 22 ottobre 2024 | h. 20:00
Sale Apollinee | Teatro La Fenice
sabato, 2 novembre 2024 | h. 21:00
Sala Grande | Teatro La Fenice